| RAYDEN MC, FREESTYLE LOCALE Da Villardora un disco hip-hop
di Massimiliano Finotti
VILLARDORA - Si chiama Marco Richetto, è studente di liceo con 17 anni da compiere ed è già inserito nell’affascinante universo hip hop dove è conosciuto come "Rayden Mc". L’artista in questione, perché di questo si tratta, è una delle poche proposte valsusine di questo genere musicale che sempre meno accetta di essere ignorato e rivendica il suo status. Rayden non è uno sprovveduto in campo musicale perché a 13 anni ha iniziato a studiare batteria e suonare, presto però la sua sensibilità musicale si è spostata verso gli italiani Articolo 31, Sottotono, A. t. p. c. e gli americani Tupac Shakur e Dmx. "Gli italiani - ci racconta - li ho apprezzati per i testi, i contenuti, mentre gli americani sono ineguagliabili per i suoni".
Ed eccoci addentrati nel mondo della musica elettronica, delle jam e del free- style. E allora prenotate una copia della rivista "Aelle", vestite extra large - meglio se con il cavallo basso -, maglie Nba e scarpe da ginnastica. Il capello va corto, meglio se rasato, accessori essenziali sono il cappellino e il walkman, ma rigorosamente con le cuffie. Pronti? "Per fare questo - spiega Rayden - non basta però l’apparenza: è indispensabile l’attitudine, la sensazione del ritmo. In somma ci si deve essere portati, come una cosa che viene da dentro, altrimenti è finita".
L’hip hop non è suonato dal vivo; di solito ci si esprime con basi preregistrate, campioni di suoni e con la voce. Per capirlo bisogna liberarsi dalla tradizionale idea di gruppo con voce, chitarra, basso e batteria. Questa musica funziona invece per "crew", ossia gruppi di rapper che collaborano insieme per progetti comuni, ma che restano indipendenti. Si parla quindi di coproduzioni senza formazione fissa perché ognuno lavora per sé anche se ci si trova per comporre insieme. Le esibizioni dal vivo dei rapper si chiamano appunto "jam", situazioni dal vivo in cui gli artisti si esprimono insieme: alcune volte si tratta di esibizioni studiate, altre volte si parla di "freestyle", ossia improvvisazione pura.
Proprio in una di queste jam, Rayden Mc ha conosciuto gli A. t. p. c. e con loro ha dato vita a "Gladiatori nell’arena", il suo primo album. "Il lavoro si sviluppa con un parallelo - racconta il giovane rapper - fra le battaglie dell’antica Roma e le prove quotidiane che ognuno deve affrontare ogni giorno. Ciò che voglio significare è che bisogna sudare per ottenere qualcosa". E sulla musica elettronica: "E’ una gran cosa perché permette a chiunque di produrre suoni anche senza saper suonare e solo basandosi sulla propria creatività. So che c’è poco mercato, non si tratta di rock o pop, ma non fa niente perché questo è quello che sento!".
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