J-Zone: A Job Ain't Nuthin But Work, Recensione

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Simoz
view post Posted on 13/7/2005, 12:51




J-Zone: A Job Ain't Nuthin But Work
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Per i molti che non conoscono questo ecclettico personaggio, posso solo introdurlo come un produttore Newyorkese divenuto "famoso" per svariate sue produzioni utilizzate dagli mc's della Eastern Conference Records(quella di High and Mighty per intenderci), che hanno inziato a far girare il suo nome come uno dei più promettenti beatmaker della nuova scuola, grazie ad una tecnica di produzione strabiliante che gli permette di creare basi soltanto campionando tantissimi brevissimi suoni e mettendoli in sequenza.
Se dovessi paragonarlo ad un altro produttore sulla scena, sceglierei Dj Premier, non tanto per similitudini di stile(anche se in fin dei conti la tecnica di J-Zone è solo l'estremizzazione di quella già usata da Primo), ma più che altro perchè questo cd rappresenta alla perfezione il cambio di modo di produrre avvenuto anche per la metà dei Gangstarr fra "Hard to Earn" e "Moment of Truth", cioè la scelta di abbandonare i suoni più grezzi e ruvidi in cambio di maggior potenza sonora e facilità di ascolto.
Dalla copertina si può già capire l'attitudine autoironica di J-Zone, che si diverte a prendere per il culo più o meno tutti dentro questo cd, che di hardcore non ha proprio niente...insomma puro cazzeggio stile Alkaholiks per intenderci.
Gli ospiti sono tutto un programma: dal versatile e cattivissimo Chelp Titled(assolutamente da tenere sotto controllo), alla "Underground Rap Star" Devind the Dude, passando per il fido compare Al-Shid.
Certamente non ai livelli dei featuring dello scorso disco(come importanza intendo), in cui comparivano Masta Ace, Alkaholiks, Copywrite ed altra bella gente, ma ciò non fa altro che farci rendere conto che J-Zone, sebbene non sia Rakim, non se la cava tanto male nemmeno al mic!
Gli episodi migliori sono "Spoiled Rotten", con una base grassa fatta su misura per gli amanti del funk, "Edit These", base che sa molto di elettronica Old School, "Greater Later", in cui Devin The Dude vomita stile, "Kill Pretty", con un urletto nel loop che mi fa impazzire, "Disco Ho", inno al machismo sfrenato che sa tanto di country, "Oops!", per il concept geniale che gli sta dietro, e il remix di "Lightweight", che farà impazzire i fan della Likwit Crew.
Oscar per il miglior pezzo a "Heavy Metal", capace di riportare certe sonorità claustrofobiche alla Dre dei fasti passati, se non meglio.
In definitiva dateci tutti un ascolto, anche se lo consiglio in particolar modo agli amanti dei suoni freschi della nuova scuola e a chi si vuole stupire con nuove tecniche.

Voto Totale: 8,5/10

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Tracklist:
1: The Zone-ettes
2: Spoiled Rotten(ft.Chelp Titled)
3: A Friendly Game of Basketball
4: Edit These
5: Greater Later(ft.Devin The Dude)
6: Xactly
7: Kill Pretty
8: Baldylocks
9: Crutches
10: Disco ho(ft.Dick Stallion)
11: Flight 212
12: Bullshit City
13: Heavy Metal(ft.Al-Shid)
14: Oops!(I'm Sorry Bitch)
15: Sleazy Listening
16: Lightweight(Remix)
17: The Zone Report
18: Old Maid Theme/ Biscuits II

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Productions:
NON TROVATE MA PRESUMO TUTTE A CURA DI J-ZONE

Edited by Simoz - 24/7/2005, 15:58
 
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